Un altro mese alle spalle
Siamo infine giunti anche alla fine di questo mese e come sempre, neanche a dirlo, manteniamo il nostro impegno nel supportare l’associazione Una e gli ospiti del Canile di Montecontessa attraverso la nostra rubrica Adottami.
Il primo peloso di questo mercoledì 30 giugno è Tiger, conosciuto anche come Titti, nonostante sia un meraviglioso pitbull di 40 kg. Tiger è nato nel 2012 e per lui le porte del canile si sono aperte circa un anno e mezzo fa. Si trova bene con i volontari, ama uscire, non gli manca l’appetito, eppure la notte non riesce a dormire bene e ha paura dei temporali e della pioggia. Tiger è un cane meraviglioso, equilibrato al guinzaglio, va d’accordo con i propri simili e non si mostra possessivo, nemmeno con il cibo. Cosa cerchiamo per lui? Una famiglia che possa apprezzarlo per chi è davvero, che non si faccia intimorire o spaventare dalla sua razza o taglia.
Un appunto sui gatti anziani
Da tempo non avevamo alcuna considerazione da condividere, ma questo tema rimane dannatamente attuale: quando si tratta di adottare un gatto anziano o con problemi di salute, sembra sempre che la situazione debba creare non poche difficoltà e quasi un certo imbarazzo. Continua a persistere l’idea che un animale anziano o malato, non meriti una casa o una famiglia, perché ha già troppi anni dietro alle spalle o troppi pochi dinanzi.
Come se fossero impossibilitati ad affezionarsi, a godersi il calore di una casa e di una famiglia propria, considerati alla stregua di un giocattolo rotto o di scarso interesse, immeritevoli di qualsiasi forma di considerazione. Un pensiero così insito ha delle radici profonde, nutrite abbondantemente da una buona dose di ignoranza e stereotipi, in questo caso.
Non ci stancheremo mai di ripetere anche questo, adottare un animale significa condividerci la propria vita. Significa, a tutti gli effetti, investire il proprio tempo, ma anche i propri sentimenti. Significa dare, certo, ma anche ricevere: un gatto anziano avrà certamente una personalità ben consolidata, ma cosa significa per noi? Dovremo comunque conoscerlo, dovremo comunque scoprirlo e probabilmente, imparare qualcosa. E lo stesso varrà per il gatto stesso, perché ogni relazione è basata su uno scambio reciproco, di tantissimi elementi che non stiamo nemmeno ad elencarvi.
Se si riuscisse ad accettare questa semplice realtà, non ci sarebbero problemi nelle adozioni e, perdonate l’arroganza, probabilmente ci sarebbero anche meno abbandoni. Le persone devono capire, realmente, cosa comporti aprire le porte della propria casa ad un animale.
Come sempre, vi ringraziamo per l’attenzione e vi ricordiamo che rimangono tantissimi altri ospiti (oltre a quelli presentati) in cerca di una casa, ma insieme sicuramente riusciremo ad aiutarli! Alla prossima!