Non ci sono buone notizie per molti italiani. Ecco chi avrà la pensione bloccata e dovrà restituire i soldi all’INPS.
Il mondo della previdenza sociale nel nostro Paese è caratterizzato da un complesso insieme di regole, non sempre facili da spiegare.
Ecco perché si creano spesso delle incomprensioni ed errori che possono costare anche piuttosto caro ai contribuenti. Sono sempre di più, infatti, i cittadini che si vedono bloccare la propria prensione. In molti dovranno infatti restituire i soldi all’Inps per via di alcune normative che in pochi conoscono. Ecco di che cosa si tratta.
Molti contribuenti potrebbero andare in contro al rischio della sospensione del proprio trattamento pensionistico senza capire nello specifico perché questo avviene. Possono esserci casi, infatti, in cui un cittadino si trovi a dover fare i conti con il mancato arrivo del proprio assegno pensionistico e, quindi, dover affrontare le spese mensili senza un’entrata. Questo è ciò che è capitato a molti cittadini proprio negli ultimi mesi. Ma vediamo perché questo accade e chi si è dovuto trovare (o rischia di farlo) senza il proprio assegno pensionistico e con l’obbligo di dover restituire dei soldi.
A causa di una regola presente nelle misure di pre pensionamento, come ad esempio la riforma di Quota 100, 102 o 103, è possibile che alcuni contribuenti vedano la propria pensione sospesa. Secondo le normative attualmente in vigore, infatti, i contribuenti che decidono di andare in pensione in anticipo grazie a Quota 100, 102 e 103, hanno l’obbligo di di non cumulare la propria pensione con alcun reddito da lavoro. L’unica eccezione è relativo a quello derivante da lavoro autonomo occasionale, ma comunque nel limite di 5mila euro lordi all’anno. In questo caso l’Inps non fa sconti. Dunque, se durante l’anno si è percepito anche uno stipendio particolarmente basso derivante da un contratto di lavoro dipendente, la pensione verrà sospesa.
Questa regola vale fino a quando si raggiungono i requisiti per poter accedere alla pensione di vecchiaia, fino al compimento di 67 anni. Non sono previsti altri divieti relativi al cumulo tra redditi lavorativi e assegno pensionistico. Dunque, una volta maturati i requisiti, si potrà anche essere assunti per poter effettuare un lavoro. Una possibilità non prevista quindi negli anni di pre pensionamento. La Corte Costituzionale ha considerato legittima questa norma che vieta di poter svolgere qualsiasi rapporto di lavoro da dipendente per coloro che hanno deciso di accedere alla pensione grazie a Quota 100.
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