Benvenuti a Borgo Crociati
Ci troviamo al Librificio del Borgo, una libreria caffetteria a pochi passi dalla Stazione di Brignole: un luogo colorato, pieno di libri, dal profumo accogliente. Un posto per fermarsi, per riscoprire la gioia della lettura e perdere la cognizione del tempo. Qui veniamo accolti dalla giovane coppia di proprietari, Carolina Mutti e Francesco Molinelli: siamo venuti per fare due chiacchiere, per capire come state vivendo questo periodo e con quali iniziative vi state tenendo impegnati in questo periodo. Prima tra queste la vostra adesione al progetto del Silent Book Crossing, vi piacerebbe parlarcene?
Carolina: È un progetto che continua tuttora, sei arrivata proprio nel momento in cui stavamo preparando una spedizione. Di fatto è un’iniziativa che apprezziamo profondamente, conoscevamo il Silent Book Club di Genova e le loro manifestazioni, ossia riunirsi tutti ogni volta in un luogo diverso ma continuando ciascuno la propria lettura, per poi trovare un ritaglio di tempo alla fine per condividere ciò che si sta leggendo, dando e ricevendo quindi altri spunti di lettura. Un buon compromesso che consente agli amanti della letteratura di venire a contatto con altri appassionati, ma senza appunto l’obbligo di doversi esporre come nelle letture ad alta voce. Questa è la loro iniziativa in generale, da cui deriva quella a cui ci hanno invitato, il Silent Book Crossing, pensato appositamente per le librerie. In poche parole consiste in una sorta di scambio di libri al buio: sulla base di una minima indicazione da parte di chi riceverà il libro, una persona sceglie o si fa consigliare dal libraio un libro e glielo invia. Il riscontro è stato ben più che positivo, abbiamo avuto persino una spedizione a Bergamo e questo ha aperto una nuova prospettiva sulle dinamiche, perché da questo parte anche uno scambio su scrittori locali. Chi invece ama generi particolari, ha l’occasione di conoscere case editrici più di nicchia; insomma, non si riceve il classico, ma qualcosa di più ricercato e anche noi librai cerchiamo di intervenire in questo senso. Si viene a creare insomma tutta una catena, dove tutte le parti cercano di aiutare le altre, lettore con lettore, librerie e case editrici indipendenti.
Inizialmente ti confesso che eravamo molto curiosi di lanciare un progetto di questo tipo a Natale, con le persone che sono già impensierite dai regali da fare ai parenti e agli amici, poi in un periodo caotico già di suo, con le restrizioni e via dicendo. Pensavamo che forse sarebbe stato meglio lanciarlo in un periodo più tranquillo, e invece ha avuto un grandissimo riscontro sin dall’inizio.
Francesco: Sì ecco, io mi esprimo in termini più generali, sicuramente siamo molto contenti del riscontro e del benvenuto che abbiamo ricevuto sin da quando abbiamo aperto. Il periodo non è dei migliori e ogni giorno ci riserva una sorpresa: non sappiamo se aprirà solo la libreria o anche il bar, e fino a che ora, non sappiamo se saremo in zona rossa, arancione o gialla, ma non ci siamo tirati indietro e altrettanto hanno fatto i nostri lettori. Ci sono state persone che addirittura si sono mosse dalla parte opposta della città, quindi assolutamente abbiamo una costante prova di questo affetto.
Le spedizioni stanno avendo anche un grande successo e non siamo arrivati “solo” a Bergamo con il Silent, ma addirittura all’estero: una signora nostra cliente ha diversi parenti in Francia e ha deciso di inviare loro i nostri libri. Confesso che abbiamo anche un amico che vive in Austria e che si è ordinato a sua volta dei libri, quindi assolutamente, piano piano ci espandiamo in ogni luogo.
Forse invece è stato proprio lo spirito natalizio ad ispirare questo interscambio letterario, speriamo possa solo che continuare. Toccando invece un altro vostro progetto nel vivo, ossia il Club del Libro, vi piacerebbe riassumerne la storia e raccontare ai nostri lettori i suoi recenti sviluppi?
Carolina: L’idea del Club del Libro non è nuova, all’estero ad esempio è radicata da tempo e da diversi anni ha cominciato a comparire anche sullo scenario italiano. Un’idea che comunque abbiamo interpretato e reso nostra. Invece di imporre di volta in volta una lettura e, di conseguenza, un vincolo, abbiamo preferito proporre una selezione di quattro volumi, che abbiamo letto o di case editrici che sappiamo essere una garanzia: a quel punto tramite i social ed un vasetto collocato direttamente qui in negozio, apriamo la votazione. Appena abbiamo un vincitore, ordiniamo il libro in grandi quantità e si procede con la scelta di una data: questo appuntamento del Club di gennaio si svolgerà nuovamente online, la situazione è ancora troppo caotica, per cui l’incontro avverrà in rete per questo 21 gennaio. Guardando al passato chiaramente gli incontri avvenuti qui hanno lasciato ricordi più belli e concreti, perché generalmente li organizziamo verso l’orario di chiusura della libreria, mettiamo a disposizione degli stuzzichini, insomma si cerca di creare un certo tipo di atmosfera. Si cerca convivialità, anche perché appunto si tratta ancora delle prime edizioni, il club è ancora in crescita e ovviamente non si conoscono tutti. Dal vivo è tutto più spontaneo, si colgono maggiormente le pause, si capisce quando arriva un buon momento per lanciarsi o intervenire, tutti elementi che dietro a uno schermo si percepiscono con maggior fatica.
Sicuramente lo scorso appuntamento di dicembre non è stato negativo, ma inizialmente non sapevamo come gestirci, come ti dicevo, non si capisce bene quando e come iniziare a parlare. Infine si son mostrati tutti comunque entusiasti, sebbene appunto sia venuta un po’ a mancare la verve dell’evento dal vivo, ma anche noi ci riteniamo più che soddisfatti.
Francesco: Diciamo anche che il Club del Libro ci è proprio stato richiesto fin dai primi giorni, ci siamo resi conto che c’era un autentico desiderio da parte delle persone di trovare un’occasione per potersi incontrare e condividere questa passione. Noi avevamo già in cantiere un’iniziativa di questo genere, ma inizialmente pensavamo di arrivare a proporla col tempo, invece l’abbiamo dovuta inaugurare subito e anche questo ci ha fatto capire anche quanta necessità ci fosse di una libreria che non si limitasse alla semplice vendita. Questo mi fa tornare in mente quando abbiamo fatto alcuni corsi da librai, prima di aprire la nostra attività, e in uno di questi ci era stato espressamente sconsigliato di mettere sedie, proprio perché nell’ottica del settore oramai c’è unicamente questo obiettivo appunto, la vendita. L’esatto opposto di quella che era ed è la nostra idea: non vogliamo che le persone vengano qui, comprino il libro e se ne vadano il più in fretta possibile. La nostra soddisfazione deriva da questo, dal constatare che la nostra idea non solo sia apprezzata, ma venga anche ripagata: nonostante i tempi che viviamo, le persone hanno piacere a venire qui, a sedersi, a cercare un contatto. Proprio anche attraverso l’impostazione dell’intero locale, cerchiamo di creare uno spazio dove le persone possano fermarsi, non guardare l’orologio e assaporarsi un buon caffè, e far due chiacchiere. Proponiamo un ritmo più lento, in un mondo in costante velocità.
Per quanto riguarda il fatto di doverci organizzare online, l’appuntamento di dicembre non è stato assolutamente meno coinvolgente, però mi sono mancate molte cose: rispetto anche all’episodio che raccontava Carolina, delle due serate che son risultate completamente distinte, è stato molto interessante. Ci aspettavamo che sarebbe emersa più un’analisi del libro in sé, dell’autore, invece ci son stati proprio dei dibattiti a cui ciascuno ha apportato con esperienze proprie, è stato veramente interessante.
Ogni mese vengono proposti quattro titoli, due romanzi e due saggi, corretto?
Carolina: In realtà non era nata così la proposta, però si è venuta a creare col tempo e ci è sembrato un buon compromesso, in primis per valorizzare anche tutta la saggistica che abbiamo qui. Inoltre lo abbiamo mantenuto perché ci pare una buona occasione per dare ulteriori spunti di lettura, anche a quei lettori che da tempo pensavano di lanciarsi su generi nuovi.
Si parla comunque di incontri in cui si discute del libro, una volta concluso, e delle varie tematiche sviluppate: da qui vorrei collegarmi alla lettura di questo mese “8 secondi” di Lisa Iotti. Un saggio che affronta il nostro sempre più indissolubile legame con la tecnologia, una scelta piuttosto audace, voluta o frutto del destino?
Carolina: Uno dei nostri precedenti incontri era stato suddiviso in due serate, si sarebbe potuto evitare ma era uno dei primi appuntamenti in clima Covid e non volevamo assolutamente trasgredire alcuna direttiva. La cosa interessante comunque è stata che i due incontri son stati di natura completamente distinta, uno si è focalizzato molto sulle esperienze personali, il secondo invece più su opinioni legate a regolamenti e tecnicismi; il tema in sé offriva effettivamente svariati sviluppi, trattandosi di fecondazione assistita e di mamme single. Un romanzo ambientato in Giappone e che appunto in una serata ha suscitato più discussioni sull’aspetto culturale legato a questo Paese, mentre nell’altra serata hanno trovato maggior spazio degli articoli specialistici e delle norme.
Per quanto riguarda la scelta del libro è stata indubbiamente voluta dal caso, siamo ancora troppo giovani come libreria per parlare di tendenze: il libro in sé può essere audace ma non tanto nel analizzare la preferenza delle persone per un libro rispetto a un device, quanto piuttosto al fatto che facciamo sempre più fatica a concentrarci e di conseguenza molte cose ne possono risentire, come appunto la lettura. Che la tecnologia ci abbia cambiati è innegabile, rimane da scoprire fino a che punto…
Francesco: Sono temi attuali che ci stanno sicuramente a cuore. Noi siamo positivamente stupiti perché in questi mesi abbiamo constatato con i nostri occhi che tanti di quegli adagi o stereotipi che girano, riguardo al fatto che le persone non siano più interessate alla lettura, o che i giovani non leggano, non corrispondono alla realtà. Ci sono tante persone, e soprattutto giovani, che leggono, tante persone che amano i libri, li acquistano, li cercano.
Personalmente sono contento dei riscontri avuti finora, che hanno superato le nostre aspettative, anche riguardo al genere di libri che vendiamo. Io principalmente mi occupo del settore saggistica e posso testimoniare che diversi nostri clienti si lanciano su letture non indifferenti di fisica quantistica, matematica…
Mi rendo che il periodo non permetta molta lungimiranza, ma mi piacerebbe chiedervi quali altre iniziative vi piacerebbe avviare all’interno del Librificio?
Carolina: In primis sicuramente un qualche evento il cui tema leghi il cibo ai libri, come una colazione o un aperitivo letterario, quindi collegando un determinato cibo ad un autore specifico. Oppure organizzando aperitivi in lingua o una colazione, son idee che abbiamo in testa da tempo, chiaramente dobbiamo ancora svilupparle. In ballo ci sono anche delle collaborazioni con alcuni musicisti, sarebbe altrettanto interessante da proporre: si potrebbe pensare ad un duetto acustico in accompagnamento alla lettura di poesie, poi abbiamo anche delle conoscenze nel teatro che stanno lavorando a progetti per avvicinare i giovani al mondo teatrale. Insomma le idee non mancano, ma effettivamente il periodo non consente tanto movimento, non è ancora il momento di organizzare evento in stato di pandemia gli eventi con queste continue chiusure e stati di allerta.
Francesco: Quando abbiamo aperto siamo stati subito contattati da diversi artisti, sicuramente a nostra volta avevamo pensato ad alcune iniziative, come appunto la colazione in lingua o le presentazioni di libri, ma ci fa piacere ricevere proposte dall’esterno. Sempre per il mio amore legato alla saggistica, a me piacerebbe anche invitare qualche esperto o per esempio, quest’anno purtroppo non è stato possibile, stabilire anche un contatto con il Festival della Scienza. Avevamo creato una selezione di libri dedicata, però in futuro vorremmo approfondire, proporci come location per incontri e perché no, convincere qualche autore a venir qui per una presentazione.
Le idee non vi sono mai mancate, all’apertura vi eravate già lanciati con eventi molto interessanti, con tanto di inviti rivolti agli stessi autori.
Carolina: Assolutamente, quelli sono tutti progetti che vogliamo riprendere non appena sarà possibile; per esempio, avevamo cominciato a prendere contatti anche in vista del centenario di Rodari. Avremmo potuto organizzare un evento online, ma per creare una comunità serve venire qui e aver modo di conoscersi e socializzare, tutti elementi che dietro a uno schermo possono risultare faticosi da ricreare.. Comunque aspettiamo, avremo modo di creare tutto questo, abbiamo solo bisogno di un periodo più definito e meno scostante.
Ci vediamo al Club del Libro
Vi ringrazio profondamente per il tempo che ci avete dedicato, attendiamo con ansia il 21 gennaio, per l’evento a cui chiaramente prenderemo parte e speriamo che i nostri lettori possano a loro volta partecipare a questa splendida iniziativa.
Se non avete avuto ancora modo di scoprire questo piccolo angolo di Genova, vi invitiamo a raggiungerlo quanto prima possibile, a perdervi tra gli scaffali e a gustarvi un buon caffè tra altri amanti di libri, in un luogo senza tempo dove anche gli orologi si rifiutano di correre.